sabato 29 novembre 2008

Sabato 29 Novembre comizio a Palagonia

Sabato 29 Novembre dalle ore 18.30 comizio in piazza Garibaldi a Palagonia. Nell'intento di mantenere un dialogo costante con la "piazza" illustreremo l'operato in seno al consiglio provinciale di Catania e spiegheremo alla popolazione le ragioni dell'adesione di Rifondazione Comunista allo sciopero generale del 12 Dicembre proclamato dalla Cgil e dai sindacati di base. Tema della serata saranno inoltre i tagli allo stato sociale in Sicilia soprattutto rigurdanti la sanità pubblica.

martedì 25 novembre 2008

Le prossime mobilitazioni studentesche a Catania

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

Mercoledì 26 Novembre
Ore 17.00 Assemblea Studentesca Aula Studio Sc. Politiche via Dusmet 163.
Ore 20.30 Festa di autofinanziamento Aula Studio Sc. Politiche via Dusmet 163.

Venerdì 28 Novembre
Ore 9.00 Mobilitazione Nazionale Studentesca Largo Rosolino Pilo.


Le leggi 133 e 169 rappresentano un tentativo di distruggere definitivamente il sistema d’Istruzione pubblica italiano: circa 150.000 posti di lavoro tagliati nelle scuole primarie e secondarie, quasi un miliardo e mezzo di euro in meno alla didattica e alla ricerca universitarie, privatizzazioni, numeri chiusi e la certezza di tasse insostenibili. Si risparmia su un settore fondamentale per il futuro del nostro paese e si vuole creare un’università alla portata dei soli ricchi.
Un grande movimento ha detto “NO” a questo attacco senza precedenti al nostro futuro con cortei spontanei, occupazioni e assemblee. Non è che l’inizio! Non ci fermeremo fin quando queste leggi infami non saranno ritirate e non accetteremo alcun compromesso.
Siamo un movimento di studenti, ma non viviamo su un altro pianeta. Molti di noi vivono già una vita fatta di lavori precari e subiscono tutti i giorni lo smantellamento dello stato sociale in corso da almeno 20 anni. Basti pensare ad una cifra sola: in Italia, secondo una ricerca della Banca dei Regolamenti Internazionali, dal 1983 al 2005 i lavoratori hanno perso l’8% del Prodotto Interno Lordo, andati in maggiori profitti (che infatti sono saliti nel periodo dal 23% al 31% del totale). In termini assoluti, si tratta di cifre enormi: l’8% del PIL italiano è, infatti, pari a qualcosa come 120 miliardi di euro.
Oggi ci chiedono di fare ancora sacrifici! La scusa è rappresentata dalla crisi finanziaria internazionale, in realtà crisi dello stesso sistema capitalista: dopo decenni di speculazioni senza regole che hanno ingrassato i portafogli di pochissimi, ci vengono a dire che la crisi che hanno causato loro dobbiamo pagarla noi, gli studenti, i lavoratori, la stragrande maggioranza della popolazione che non arriva alla fine del mese.
Se l’attacco è globale, la risposta deve essere globale! L’attacco a scuola e università rappresenta solo un anello di una catena più grande: da anni si attaccano pensioni, sanità, lavoro, diritti, migranti, cultura… Giocano a tenerci separati per renderci più vulnerabili. A questo si risponde riunendo tutte le lotte in un unico fronte di lotta comune formato da quelli che la crisi non la vogliono più pagare: studenti, precari, disoccupati, migranti, pensionati, famiglie....
E’ arrivato il momento di dire basta! Lotteremo ad oltranza contro il progetto di ridurre la contrattazione nazionale a contrattazione individuale, contro la precarietà per la sicurezza di un lavoro stabile e ben pagato, con la stessa energia, la stessa rabbia, la stessa radicalità che caratterizza la nostra battaglia contro lo smantellamento dell’istruzione pubblica.

TUTTI IN PIAZZA PER LO SCIOPERO GENERALE DEL 12 DICEMBRE

giovedì 20 novembre 2008

Provano a privare il consiglio provinciale di ogni sua prerogativa

In merito all'articolo apparso oggi sul quotidiano La Sicilia a firma P.L. sulla situazione del consiglio provinciale di Catania, ci tenevo a sottolineare quanto segue:
1) Il consiglio provinciale di Catania sta esautorando se stesso in questi primi mesi, svuotando l'organismo di ogni sua prerogativa. Non vengono discussi importanti ordini del giorno presentati da mesi, primi tra tutti quelli riguardanti la scuola e il taglio agli insegnanti di sostegno a catania(O.d.g. presentati l'8 Ottobre).
2) 10 consiglieri avevano presentato una richiesta di consiglio starordinario sulla questione dolente dei lavoratori ex Cesame, ma qualcuno ha ben pensato di ritirare alcune firme e quindi di conseguenza il consiglio non si terrà e non si esprimerà sulla crisi lavorativa che sta attraversando il nostro territorio.
3) Da mesi si chiede al consiglio di discutere della questione riguardante il piano di rientro sanitario siciliano e il taglio alle postazioni del 118, ma la conferenza dei capiguppo ha deciso a maggioranza di non portare la discussione in aula.
4) Le risposte che vengono fornite dalla giunta alle interrogazioni consiliari sono sempre vaghe e spesso rendono la nostra attività inutile.
5)Il presidente Castiglione non ha mai partecipato ai lavori del consiglio, rendendo difficile il rapporto consiglio/amministrazione.
6) L'amministrazione Castiglione fa pervenire in aula solo poche delibere, per lo più debiti fuori bilancio, rendendo l'operato di controllo del consiglio praticamente inutile.
7) Il lavoro delle commissioni consiliari è lento e farraginoso.

Cio premesso e considerato denuncio pubblicamente che in atto un tentativo maldestro di privare i consiglieri del proprio ruolo di controllo e di indirizzo politico ai lavori dell'aministrazione Castiglione. La stessa amministrazione in maniera autoritaria priva, soprattutto l'opposizione, di qualunque delle nostre prerogative per cui siamo stati eletti. Come Rifondazione Comunista continueremo a denunciarlo, perchè vincere le elezioni con l'80 % dei consensi non puo e non deve significare governare esautorando il consiglio provinciale democraticamente eletto. Non può e non deve significare svuotare la democrazia e non permettere la discussione sui grandi temi, dalla scuola all'Ex cesame, nella maniera più limpida e democratica possibile.

giovedì 13 novembre 2008

Venerdì 14 Novembre sciopero generale dell'università

Manifestazione provinciale a Catania- concentramento corteo ore 9:00 Piazza Dante

RIPRENDIAMOCI LE UNIVERSITÀ!!
Le mobilitazioni contro il progetto di dismissione dell’Università pubblica portato avanti dal Governo Berlusconi fanno registrare giorno dopo giorno salti di qualità sul piano quantitativo e qualitativo. Studenti, docenti, ricercatori, tecnicieamministrativi unitariamente dicono No allo svuotamento della struttura pubblica dell’alta formazione. Da Nord a Sud in quasi tutti gli Atenei italiani sisvolgonocortei spontanei,occupazioni, presidi. I lavoratori della conoscenza sono in fermento e gli universitari si uniscono alle lotte gloriose di genitori, docenti estudenti del mondo della scuola pubblica anch’essa soggetta a un attacco vergognoso da parte del Governo. Da anni non si assisteva a un simile fermento. I precari degli enti di ricerca si ribellano contro chi vorrebbe togliere loro il diritto acquisito alla stabilizzazione. I ricercatori paralizzano l’avvio dell’anno accademico rinunciando ai propri insegnamenti o trasformando le lezioni istituzionali in dibattiti sulle conseguenze della “riforma” Gelmini sull’assetto dell’Università italiana. In nome di una ideologia meritocratica che si traduce in selezione di classe il Governo ci propone l’immagine di una società della conoscenza ridotta ad aggregato culturale di merce scadente. E lo fa nel modo peggiore, cioè affossando le prospettive di sviluppo di un paese atterrato dalle deficienze di un capitalismo in crisi che oggi chiede allo Stato di intervenire a risolvere le sue contraddizioni. Tagli ai finanziamenti, riduzione a un quinto del rapporto già basso tra pensionamenti e nuove assunzioni,abolizione del valore legale del titolo di studio, aumento dei corsi di laurea a numero chiuso, costruzione di Università di élite, magari come quei centri di “eccellenza”, tanto cari al Ministro Tremonti, che di eccellente hanno solo il fiume di quattrini che rubano allo Stato, mentre le Università pubbliche rischiano la bancarotta. E poi l’obbrobrio che rischia di essere esteso al mondo della scuola della possibilità di trasformarsi in fondazioni private, l’ultima frontiera di un’autonomia finanziaria ridotta a privatizzazione delle prassi
gestionali degli Atenei attraverso la totale alienazione di strutture e risorse pubbliche. Uno scempio legislativo applaudito dalla finta opposizione del PD che già in passato aveva dimostrato sintonia con questa inedita cultura di statalismo neoliberista che nulla ha a che vedere con quel modello anglosassone tanto
acclamato ma evidentemente poco conosciuto dai legislatori nostrani.
A tutto questo ci opponiamo partecipando alle mobilitazioni spontanee degli studenti e dei lavoratori della conoscenza importando nei conflitti il nostro punto di vista di comuniste e comunisti e la nostra piattaforma politica di classe che persegue una Università pubblica e un sistema della ricerca di massa e di qualità. Esigiamo la stabilizzazione immediata dei precari di lungo corso e un finanziamento straordinario
per l’assunzione a breve di nuovi ricercatori. Chiediamo una riforma dello statuto giuridico dei docenti con separazione netta tra assunzione e avanzamento di carriera e un adeguamento stipendiale per la terza fascia(gli attuali ricercatori). Chiediamo un innalzamento delle borse di dottorato. Vogliamo la completa abolizione delle selezioni in ingresso ai corsi di laurea e l’azzeramento delle tasse di iscrizione all’Università per studenti e studentesse provenienti da famiglie con basso reddito. Vogliamo una riforma del sistema di governo degli Atenei in senso democratico e partecipativo. Vogliamo che venga istituito il diritto di assemblea d’Ateneo e di Facoltà con conseguente sospensione della didattica. Vogliamo una Università che
selezioni in base al merito e non alla classe sociale. Per far questo servono risorse. Chiediamo un taglio radicale della spesa (sempre crescente) destinata ai nuovi armamenti e magari il recupero dei milioni di euro che ogni anno sono regalati alla chiesa cattolica attraverso il trucco dell’8 per mille destinando il ricavato alla ricerca pubblica.
Chiediamo forse la luna? Se un sistema della ricerca e della formazione di massa e di qualitàdentro una società compiutamente democratica si chiama luna, allora Sì.
Chiediamo la luna.

venerdì 7 novembre 2008

I lavoratori ex Cesame occupano il consiglio provinciale

Giovedì 6 Ottobre era prevista una seduta straordinaria del consiglio provinciale di Catania. Un centinaio di lavoratori dell'ex Cesame hanno occupato pacificamente l'aula del consiglio di palazzo Minoriti, uno dei simboli di quel potere che li ha abbandonati al proprio destino. I lavoratori, rappresentai dalla Gcil, chiedono a gran voce il rispetto del protocollo d'intesa firmato nel 2005 che prevedeva il reinserimento graduale dei lavoratori, rimasti senza lavoro per il fallimneto dell'azienda Cesame. I protocolli d'intesa vennero firmati tra le parti sociali e sootoscritti dalla presidenza della provincia(Lombardo) e dal Sindaco di Catania(Scapagnini). Il protocollo garantiva il reinserimento di circa 100 lavoratori dell'ex Cesame nelle partecipate o collegate di comune e provincia. Ad oggi solo 22 di questi lavoratori hanno ottenuto lavoro nella Pubbliservizi Spa e prestano servizio presso la Sac all'aeroporto di Fontanorossa. Tutto il resto dei lavoratori sono oggi in un momento drammatico, senza lavoro e senza nessun ammortizzatore socilae che possa garantire loro una dignitosa esistenza. Abbiamo ottenuto che il consiglio provinciale si facesse carico della drammatica situazione e si terrà un consiglio straordinario sui protocolli d'intesa. Come Rifondazione Comunista denunciamo con forza che le amministrazioni comunali e provinciali non hanno garantito i protocolli e ad oggi non hanno proposto nessuna via d'uscita. Il meccanismo che si è innescato è sempre lo stesso: prendere in giro i lavoratori in campagna elettorale e lasciarli al prorio destino nel momento del bisogno. Le istituzioni catanesi rappresentano quanto di peggio la classe politica del centrodestra in Italia abbia in questo momento. Noi siamo al fianco dei lavoratori e li sosterremo in piazza e nelle istituzioni per chiedere il rispetto dei patti e per permettere a tutti e tutte un lavoro stabile e dignitoso.

martedì 4 novembre 2008

Per la seconda volta il consiglio provinciale ci nega la possibilità di parlare di scuola.

Lunedì 3 Novembre si è tenuta una nuova seduta ordinaria del consiglio provinciale di Catania. Durante la seduta ho chiesto a nome del mio gruppo consiliare che si prelevassero e dall'ordine del giorno e si mettessero ai voti i punti che riguardavano i tagli al sostegno e i tagli previsti in finanziaria sulla scuola pubblica. Il prelievo di questi ordini del giorno(punto 15, 16 e 21),presentati in data 8 Ottobre al consiglio, è stato ancora una volta bocciato dalla maggioranza di centrodestra. Il risultato della votazione ha visto la maggioranza compatta(17 voti contro). Per la seconda volta consecutiva un consiglio eletto dal popolo si rifiuta di parlare di scuola usando il proprio potere per evitare di prendere posizione. A mio avviso questo ennesimo rifiuto mette in evidenza la distanza di quel palazzo alle giuste richieste di un intero popolo che in questi giorni scende in piazza contro le scellerate politiche antisociali della destra italiana. Il consiglio provinciale è complice di queste politiche e continua a proteggere il proprio potere a colpi di maggioranza. Non accetta neanche la discussione e continua a sperperare denaro pubblico per gli amici della pubbliservizi, dei consigli di amministrazione degli ATO e di tutte le azienze partecipate della provincia di Catania. La democrazia continua ad essere solo una parola scritta sulla carta costituzionale e i "padroni" della nostra terra continuano ad accrescere il loro potere assoluto. Come Rifondazione Comunista continueremo a chiedere che si possa parlare di scuola in consiglio e continueremo a dare il nostro massimo appoggio al grande movimento della scuola.

Catania 4 Novembre 2008
Valerio Marletta

domenica 2 novembre 2008

Prossimi appuntamenti del movimento della scuola


Si è svolta presso l’aula A1 del Monastero dei Benedettini, sede delle facoltà di Lettere e Lingue, un’assemblea generale degli studenti, professori e ricercatori universitari. L’ordine del giorno è stato molto denso, grazie soprattutto alla partecipazione massiccia che ha contraddistinto la manifestazione di ieri (oltre 40.000 persone) che ha fornito grande slancio ed entusiasmo per proseguire nella lotta. Sono stati ricordati, in prima battuta i prossimi appuntamenti, punti fermi della protesta del mondo dell’università e della scuola:
- 3 novembre: riunione di alcuni componenti del Senato accademico e del Consiglio d’amministrazione di Ateneo;
- 6 novembre: assemblea d’Ateneo;
- 14 novembre: manifestazione generale;
- festa per l’autofinanziamento del Movimento Studentesco. L’odierna assemblea si proponeva l’obiettivo di creare la struttura (orizzontale) del movimento:
- gruppi di studio sulla 133;
- creazione di redazioni stabili che proseguano l’iniziativa del giornalino d’ateneo "Onda catanese" che ha visto la luce proprio in occasione della manifestazione;
- le forme di comunicazione migliori e affinché la nostra iniziativa sia ovunque percepibile. Creatività è la parola d’ordine, apertura verso la città è la chiave di volta. Esiste inoltre la volontà di redigere una lettera aperta al Rettore e al Senato accademico tutto affinché esprima una posizione chiara e concreta di rifiuto sulla possibilità che le nostre facoltà possano essere trasformate in fondazioni di diritto privato. Si richiederà, inoltre, con forza, una stabilizzazione dei ricercatori precari. Tutti sono chiamati a partecipare attivamente alle future iniziative del Movimento.