mercoledì 8 ottobre 2008

Ordine del giorno contro i tagli alla scuola

Premesso che:

Il piano programmatico di attuazione dell'art. 64 della legge 133/08, prevede tagli di organico per oltre 130.000 posti;

solo nel prossimo anno scolastico (2009/10) i tagli saranno oltre 67.000 (tra docenti e ATA), in ogni ordine di scuola;

il dato più allarmante è quello relativo al personale precario che il prossimo anno non avrà più un lavoro: solo nel 2009, 27.000 docenti e 9.000 ATA, che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole, non lavoreranno più.

i tagli colpiranno anche il personale di ruolo: quasi 10.000 soprannumerari che saranno costretti ad essere utilizzati per le supplenze.

nei due anni successivi i restanti 75.000 tagli, che potrebbero crescere a dismisura con l'applicazione del maestro unico, espelleranno dalla scuola altre migliaia di supplenti (con pesanti ricadute sulle loro prospettive di lavoro e professionali) e creeranno altri soprannumerari con un devastante effetto sulla qualità della scuola e sulle professionalità dei lavoratori;

Considerato che:

sono previsti tagli per 8 miliardi di euro in tre anni alla pubblica istruzione che porteranno alla riduzione di sedi scolastiche;

questi tagli porteranno alla eliminazione di moltissime figure professionali ATA che oggi garantiscono il funzionamento amministrativo e tecnico delle scuole nonché servizi di vigilanza, assistenza e supporto alla didattica;

questi tagli porteranno alla chiusura di molte classi nei piccoli centri, infatti l’aumento dei numeri minimi di alunni per costituire una classe, metterà in crisi i piccoli centri che non riescono a formare classi con i nuovi minimi;

Ciò premesso e considerato:

il consiglio provinciale di Catania impegna l'amministrazione ad attivare ogni possibile canale istituzionale al fine di contestare i tagli delle risorse per la pubblica istruzione previsti nella finanziaria 2009 con l'obbiettivo di evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro e di garantire un effettivo diritto allo studio come sancito dall'articolo 34 della costituzione della Repubblica Italiana.

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