mercoledì 10 settembre 2008

Mobilitiamoci contro la privatizzazione della Scuola Pubblica

AULA MAGNA DEL LICEO CUTELLI, VIA FIRENZE CATANIA

ORE 17.00 GIOVEDI’ 11 SETTEMBRE 2008

per contrastare un attacco senza precedenti ai principi della Costituzione,

ai diritti dei lavoratori e al loro salario e all’etica stessa della convivenza civile.

Siamo un gruppo di insegnanti, lavoratori della scuola e genitori, molto preoccupati dalle nuove norme che ridisegnano il sistema dell’istruzione: è ormai chiaro a tutti che ci stiamo avviando ad un punto di non ritorno.

Gli ultimi provvedimenti rappresentano infatti il grimaldello per scardinare in via definitiva ciò che resta della Scuola della Repubblica e si inquadrano in una strategia più ampia di demolizione di tutte le strutture pubbliche e di disintegrazione dei diritti di chi vi lavora, trasferendo servizi e funzioni ai privati.

La riduzione del personale, che interessa tutto il pubblico impiego e riguarda la Scuola nella misura di 100.000 docenti e 43.000 del personale ATA e la chiusura di più di 4000 istituti nei piccoli comuni, determinerà il collasso di un sistema fiaccato peraltro dall'enorme riduzione dei finanziamenti (circa 8 miliardi di euro in meno entro il 2012).

Premesso che per poter ricostruire in Italia una Scuola Pubblica che sia sanata dai guasti di questi anni è necessario abrogare le leggi Moratti, alle quali si riferiscono i pesanti interventi legislativi di questo governo, riteniamo indispensabile eliminare tutte quei provvedimenti, come il DDL Aprea, e il DDL Gelmini, che deregolamentano il lavoro e impediscono alla scuola pubblica di svolgere quel ruolo che le prescrive il testo Costituzionale.

Infatti essi prevedono la trasformazione delle scuole in fondazioni, con pesanti ingerenze dei privati nelle scelte organizzative e didattiche, l’incremento del rapporto alunni-docenti, la riduzione degli insegnanti di sostegno, l’accorpamento di scuole e di classi di concorso in nome della flessibilità, la diminuzione del tempo scuola, la rimodulazione dell’organizzazione didattica nella primaria con il ritorno al maestro unico - provvedimento che da solo comporterebbe il taglio di almeno 60.000 posti di lavoro - l’abolizione del valore legale del titolo di studio, richiesta storica della confindustria.

La logica di tutto si riassume nel disegno di far cassa distruggendo la Scuola e svendendola ai privati.

Come se non bastasse, nel giro di pochi mesi i lavoratori della scuola, insieme a tutto il pubblico impiego, hanno subito provvedimenti vessatori, come quelli su permessi e malattie che creano un clima denigratorio nei loro confronti e negano diritti fondamentali della persona quale quello alla salute.

Un’attenzione particolare è stata poi rivolta agli insegnanti meridionali i quali sono stati considerati antropologicamente incapaci e dunque bisognosi di speciali corsi di aggiornamento.

Infine, per il rinnovo del contratto, già scaduto da un anno, la finanziaria prevede solamente il recupero dell’inflazione programmata (1,7% e 1,5% per il biennio 2008-2009): qualcosa come 30 Euro in media in busta paga.

Consapevoli che per evitare il baratro e rompere lo stato di assedio che vede alleati governo, poteri forti e mezzi di informazione occorre una risposta immediata, determinata di tutti, ci rivolgiamo a quanti sentono l’importanza del ruolo svolto nella società dalla Scuola dello Stato e, in particolare, a tutte quelle persone, quei movimenti, quei soggetti politici, sindacali e associativi che in questi giorni hanno già elevato la loro protesta o comunque in passato hanno lottato contro lo sfascio prodotto dagli scorsi governi per iniziare a far sentire la nostra voce di protesta.

Crediamo che solo lottando tutti insieme per il bene di tutti possiamo vincere questa battaglia di civiltà.

Incontriamoci per discutere sulle proposte e sulle iniziative.

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