lunedì 27 luglio 2009

Ordine del giorno contro il nucleare nella provincia regionale di Catania


Al presidente del consiglio provinciale di Catania
Al presidente della provincia regionale di Catania


Ordine del giorno : “Contrarietà della provincia di Catania ad individuare sul proprio territorio siti idonei per l’attivazione di centrali nucleari”

Premesso che:
che nel 1987 il popolo italiano si è pronunciato per via referendaria sulla fine della produzione di energia nucleare nel nostro paese;

che nel mondo, pur essendo attive molte centrali nucleari, la percentuale di energia prodotta resta modesta (il 6,4 per cento), costosa (rispetto alle altre fonti), in via di esaurimento (a causa del combustibile uranio);che anche dopo il 1987 frequenti sono stati gli incidenti, intatti e pericolosi restano gli impatti ambientali (in particolare per il consumo e gli sprechi d’acqua), i rischi per la sicurezza della popolazione e le incertezze sullo smaltimento delle scorie radioattive, certi sono gli aumenti dei costi dell’uranio;

che nel mondo altri paesi hanno chiuso centrali e hanno ridotto o annullato programmi di costruzione di nuove centrali;

che l’Italia non si è dotata di un coerente organico piano energetico nazionale che sostituisse nucleare e combustibili fossili con politiche e misure per l’efficienza, per il risparmio, per fonti rinnovabili e scelte efficaci per la fase di transizione;

che molte Regioni hanno comunque adottato Piani energetici e ambientali regionali che prescindono totalmente dal possibile apporto dell’energia nucleare e considerano prioritari investimenti e regole per favorire risparmio ed efficienza nei consumi energetici, fonti rinnovabili e tecnologie efficienti per le produzioni energetiche, con impianti, reti, iniziative già positivamente avviate sul territorio;

Considerato che:
il Senato italiano ha votato il 9 luglio 2009 il ddl sviluppo che segna il ritorno dell’Italia al nucleare nonostante un referendum popolare nel 1987 ne avesse sancito l’esclusione come forma di approvvigionamento energetico.

Ciò premesso e considerato il consiglio provinciale dichiara:

l’indisponibilità del territorio provinciale di Catania alle procedure di individuazione di siti idonei all’attivazione di centrali nucleari.


Impegna il presidente della provincia regionale di Catania a:

1) operare nelle sedi istituzionali affinché resti valido il pronunciamento referendario del 1987 per tutto il territorio nazionale;

2) sollecitare l’adozione di un piano energetico nazionale basato sulle fonti rinnovabili e sul risparmio e l’efficienza energetica sviluppando politiche di sufficienza diffusa nel territorio.

Catania 27 Luglio 2009
Il consigliere Valerio Marletta

martedì 7 luglio 2009

Il governo Berlusconi taglia 157 milioni di euro per le strade provinciali

Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Catania

Via S. Orsola n. 30

Catania

COMUNICATO STAMPA

Si è svolta oggi, con inizio alle ore 11, presso la sede provinciale di via S. Orsola n. 30, la conferenza stampa organizzata da Rifondazione Comunista sul tema: “Perduti 150 milioni di euro per la manutenzione e l’ammodernamento della viabilità della provincia di Catania.”

Marcello Failla, responsabile politiche comunali di Rifondazione Comunista ha aperto la conferenza stampa denunciando che il piano per la manutenzione per le strade della città e della nostra provincia, annunciato quasi un anno fa dal presidente Castiglione, non potrà più essere realizzato.

Con la finanziaria del 2007, l’allora governo Prodi”, ha detto Failla,”destinò ingenti risorse ad interventi per la viabilità delle regioni Sicilia e Calabria. Alla Provincia regionale di Catania fu chiesto in quell’occasione, di predisporre un elenco di interventi di manutenzione straordinaria da realizzare, che furono finanziati per oltre 157 milioni di euro.

Come tanti altri finanziamenti, basti ricordare i tagli ai fondi FAS per 4 miliardi di euro alla regione Sicilia e gli ormai famosi 140 milioni di euro che il comune di Catania attende inutilmente da oltre un anno, anche queste risorse sono state dirottate altrove dal governo Berlusconi. Ancora una volta il governo di centro destra ha mostrato quindi il suo vero volto antimeridionalista, disattendendo le speranze delle comunità locali e smentendo gli impegni assunti dai precedenti governi.

E questo il segno dell’abbandono in cui viene relegato il meridione d’Italia, che, in una fase di drammatica crisi economica, vede costantemente ridotte le risorse a disposizione e viene così lasciato al proprio destino. Di fronte a queste scelte del governo Berlusconi, ben poco fanno il presidente Lombardo e lo stesso presidente Castiglione, che si rendono così corresponsabili dei tagli alle risorse previste per il sud e quindi dell’aggravarsi delle condizioni di vita dei siciliani cittadini.”

Ha peso quindi la parola Valerio Marletta, consigliere provinciale di Rifondazione Comunista che ha sottolineato come il presidente Castiglione sia rimasto del tutto insensibile alle tante sollecitazioni dell’opposizione in consiglio provinciale.

Da oltre un anno Rifondazione Comunista, “ ha detto Marletta”, con interrogazioni e interventi in consiglio provinciale, ha richiesto precise risposte al presidente Castiglione rispetto agli interventi necessari a garantire una viabilità degna di tale nome nella città e nella provincia di Catania.

Le opere che dovevano essere finanziate con i 157 milioni di euro previsti nella finanziaria del 2007, interessano infatti strade provinciali chiuse per frana, inagibili, senza guard-rail e muretti di protezione, ed oggi non sono più rinviabili.

Il ritardo accumulato renderà infatti più pericoloso percorrere strade molto trafficate nella nostra città e nella provincia, mettendo così a rischio l’incolumità dei cittadini.

Rifondazione Comunista presenterà alla prossima riunione del consiglio provinciale, fissata per lunedì 6 luglio, un ordine del giorno per sollecitare il presidente Castiglione a richiedere un urgente incontro con il governo nazionale, allo scopo di protestare contro il taglio dei 157 milioni di euro per la viabilità e di chiedere l’ immediato finanziamento delle opere indispensabili per garantire il trasporto nella città di Catania e nella sua provincia”.

Catania 4 luglio 2009

venerdì 3 luglio 2009

Mozione sull'acqua pubblica e sulla gestione del servizio idrico

Al presidente della provincia di Catania
Mozione sull'acqua pubblica e sulla gestione del servizio idrico
PREMESSO CHE

-L’acqua è fonte di vita. Senza acqua non c’è vita. L’acqua costituisce pertanto un bene comune dell’umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a tutti. Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile: dunque l’acqua non può essere proprietà privata, bensì un bene equamente condiviso
ed accessibile a tutti;

-Oggi sulla Terra più di un miliardo e trecento milioni di persone non hanno accesso all’acqua
potabile. Si prevede che nel giro di pochi anni tale numero possa raggiungere i tre miliardi.
Il principale responsabile di tutto ciò è il modello neoliberista che ha prodotto una enorme
disuguaglianza nell’accesso all’acqua, generando oltretutto una sempre maggior scarsità di quest’ultima, a causa di modi di produzione distruttivi dell’ecosistema;

-Le pressioni ai diversi livelli (internazionale, nazionale e locale), finalizzate ad affermare la
privatizzazione e l’affidamento al cosiddetto libero mercato della gestione della risorsa idrica,
continuano imperterrite e travalicano trasversalmente le diverse culture politiche ed amministrative;

-Arrestare i processi di privatizzazione dell’acqua, quindi, assume nel XXI secolo sempre più
le caratteristiche di un problema di civiltà, che chiama in causa politici e cittadini, che chiede a
ciascuno di valutare i propri atti, assumendosene la responsabilità rispetto alle generazioni viventi e
future;

-Gli effetti della messa sul mercato dei servizi pubblici e dell’acqua dimostrano come solo una proprietà pubblica e un governo pubblico e partecipato dalle comunità locali
possano garantire la tutela della risorsa, il diritto e l’accesso all’acqua per tutti e la sua conservazione per le generazioni future;

-In questa battaglia, insieme globale e locale, è ormai largamente diffusa la consapevolezza
delle popolazioni riguardo alla necessità di non mercificare il bene comune acqua e non esiste quasi più territorio che non sia attraversato da vertenze per l’acqua;

-In Italia, al fine di dare un coordinamento a tali vertenze, è stato costituito il FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA BENE COMUNE, ai quali aderiscono enti, associazioni,
organizzazioni sindacali e professionali, comuni, province e regioni;

-In Italia la Legge 5 gennaio 1994, n. 36, ha dettato i criteri per la tutela e l’uso delle risorse idriche
ed ha definito le caratteristiche del Servizio Idrico Integrato; mentre in Sicilia, con Decreto del Presidente della Regione n. 114/gr.IVS.G. del 16 maggio 2000, modificato con Decreto Presidenziale n. 16/serv2S.G. del 29.012002, sono stati determinati gli Ambiti Territoriali Ottimali,
avviando così le condizioni per una gestione privatizzata dell’Acqua potabile;

Considerato che.

I comuni di Caltagirone, Mazzarrone, Mineo, San Michele di Ganzaria, Scordia e Vizzini impugnavano davanti al Tar le deliberazioni dell’assemblea e del cda Ato relative alla Sie Spa, nonché il bando di gara. Il tar accoglieva il ricorso solo in parte , ma i comuni facevano ricorso in appello al Consiglio di giustizia amministrativa(sentenza n. 589/ 27 Ottobre 2006), il quale accoglieva il ricorso e annullava sia le deliberazioni del Consiglio provinciale sia dell’Ato con cui si costituiva la Sie. Ma nonostante questa sentenza sia la Giunta provinciale presieduta da Lombardo sia il cda dell’Ato2 autorizzavano il bonario componimento delle vertenza con i Comuni che avevano ricorso, purché rinunciassero agli effetti della sentenza. A questi vengono riconosciute alcune pretese avanzate sul funzionamento del servizio, in cambio della rinuncia a chiedere l’esecuzione della sentenza. Cos’ l’Operazione Acqua viene salvata. Nonostante una sentenza dica che è illegittima. L’accordo viene ratificato nel dicembre 2006 dall’assemblea Ato.



RIBADISCE CON FORZA

CHE l’acqua costituisce un bene comune irrinunciabile dell’umanità e un diritto inalienabile di tutte
le persone, che pertanto non può diventare proprietà privata di nessuno, ma restare un bene equamente condiviso ed accessibile a tutti;


ESPRIMENDO FORTE CENSURA
Verso la scelta politico-amministrativa dell’amministrazione provinciale di Catania.

Il consiglio provinciale impegna l’amministrazione Castiglione
A porre in essere quanto previsto dalla sentenza del Cga di cui sopra preso atto che la Sie fino ad ora non è stata in alcun modo operativa al punto che gli utenti hanno continuato ad avere rapporti con gli enti acquedottistici di riferimento.

Catania 29 giugno 2009
Il consigliere Valerio Marletta