In merito all'articolo apparso oggi sul quotidiano La Sicilia a firma P.L. sulla situazione del consiglio provinciale di Catania, ci tenevo a sottolineare quanto segue:
1) Il consiglio provinciale di Catania sta esautorando se stesso in questi primi mesi, svuotando l'organismo di ogni sua prerogativa. Non vengono discussi importanti ordini del giorno presentati da mesi, primi tra tutti quelli riguardanti la scuola e il taglio agli insegnanti di sostegno a catania(O.d.g. presentati l'8 Ottobre).
2) 10 consiglieri avevano presentato una richiesta di consiglio starordinario sulla questione dolente dei lavoratori ex Cesame, ma qualcuno ha ben pensato di ritirare alcune firme e quindi di conseguenza il consiglio non si terrà e non si esprimerà sulla crisi lavorativa che sta attraversando il nostro territorio.
3) Da mesi si chiede al consiglio di discutere della questione riguardante il piano di rientro sanitario siciliano e il taglio alle postazioni del 118, ma la conferenza dei capiguppo ha deciso a maggioranza di non portare la discussione in aula.
4) Le risposte che vengono fornite dalla giunta alle interrogazioni consiliari sono sempre vaghe e spesso rendono la nostra attività inutile.
5)Il presidente Castiglione non ha mai partecipato ai lavori del consiglio, rendendo difficile il rapporto consiglio/amministrazione.
6) L'amministrazione Castiglione fa pervenire in aula solo poche delibere, per lo più debiti fuori bilancio, rendendo l'operato di controllo del consiglio praticamente inutile.
7) Il lavoro delle commissioni consiliari è lento e farraginoso.
Cio premesso e considerato denuncio pubblicamente che in atto un tentativo maldestro di privare i consiglieri del proprio ruolo di controllo e di indirizzo politico ai lavori dell'aministrazione Castiglione. La stessa amministrazione in maniera autoritaria priva, soprattutto l'opposizione, di qualunque delle nostre prerogative per cui siamo stati eletti. Come Rifondazione Comunista continueremo a denunciarlo, perchè vincere le elezioni con l'80 % dei consensi non puo e non deve significare governare esautorando il consiglio provinciale democraticamente eletto. Non può e non deve significare svuotare la democrazia e non permettere la discussione sui grandi temi, dalla scuola all'Ex cesame, nella maniera più limpida e democratica possibile.
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