martedì 23 febbraio 2010
Odg a sostegno dei braccianti agricoli
Al presidente della provincia
Ordine del giorno: sostegno ai lavoratori e alle lavoratrici del comparto agricolo
Premesso che:
i lavoratori e le lavoratrici del comparto agrumicolo della provincia di Catania vivono una crisi occupazionale senza precedenti e che una delle cause della grave crisi va ricercata nelle enormi difficoltà di penetrazione dei nostri prodotti nei mercati globalizzati;
la crisi del comparto agricolo investe in maniera massiccia, come immediata conseguenza, quello bracciantile che vede anno dopo anno ridurre il numero delle giornate lavorative disponibili;
la legge 247/2007 ha cancellato la norma che riconosceva ai braccianti agricoli il riconoscimento automatico della “ricoferma” delle giornate lavorative dell’anno precedente, se inseriti negli elenchi anagrafici dei comuni colpiti da calamità e delimitati con decreto ministeriale;
tale norma determina grave pregiudizio per i braccianti agricoli che, in caso di calamità naturale e di conseguente riduzione di giornate lavorative, non vedono riconfermare automaticamente le giornate lavorative dell’anno precedente nè ai fini previdenziali nè di disoccupazione agricola;
il Governo Nazionale, per fronteggiare la crisi economica, ha concesso per l’anno 2009, dal fondo per l’occupazione, alla Regione Siciliana, in deroga alla vigente normativa risorse economiche da utilizzare per gli ammortizzatori sociali in deroga;
tali risorse possono essere utilizzate per tutte le categorie, eccetto che per quella dei braccianti agricoli in quanto, la norma che le disciplina prevede requisiti che non tengono conto della specificità della categoria medesima (la norma ne prevede il diritto nella forma ma lo esclude nella sostanza);
il mercato del lavoro è in continua fase di trasformazione e che l’offerta di manodopera nel settore agricolo, da più di un decennio, per via della diffusione delle cooperative senza terra, ha radicalmente cambiato le proprie modalità, soprattutto, per quanto concerne l’organizzazione;
in parecchie circostanze la furbesca gestione delle cooperative senza terra, come evidenziano gli interventi della Magistratura, ha determinato truffe sia hai danni dell’INPS sia degli stessi braccianti agricoli onesti;
la persistente crisi di mercato che investe la nostra agricoltura vede molti imprenditori agricoli e parecchi titolari di magazzini di lavorazione e commercializzazione dei prodotti (arance, uva, fichidindia, pere, ecc.), anziché organizzare la filiera nella direzione di competere nei mercati, scaricare i costi della crisi medesima, sulla manodopera bracciantile;
Preso atto che:
la Legge 247/2007 citata in premessa non consente di attivare per la categoria bracciantile la cosiddetta “riconferma”, ossia il riconoscimento delle stesse giornate dell’anno precedente, sia dal punto di vista previdenziale che assistenziale, ad almeno 4000 lavoratori agricoli della provincia di Catania;
nel 2009, migliaia di braccianti agricoli, in territori colpiti da calamità, sono rimasti senza indennità di disoccupazione o l’hanno percepita solo in parte;
buona parte dei braccianti agricoli della provincia, specie nei periodi della raccolta dell’uva, delle arance, delle pere, ecc., si vedono costretti a lavorare in nero e con salari da terzo mondo oppure, ad essere regolarizzati per meno giornate di quelle effettivamente lavorate ed, in ogni caso, a percepire salari più bassi di quelli indicati in busta paga e previsti dai CCNL;
Considerato che:
le istituzioni hanno il dovere di sostenere il comparto agricolo in crisi ormai da anni, e sostenere il rispetto dei CCNL e la lotta contro il lavoro nero e lo sfruttamento;
Ciò premesso e considerato il consiglio provinciale di Catania impegna il presidente Castiglione affinché sostenga con impegno e si faccia promotore , presso gli organi e le autorità competenti, dei seguenti provvedimenti:
1) rivedere la norma sugli ammortizzatori sociali in deroga, nella direzione di prevedere il diritto all’ attingimento degli ammortizzatori sociali in deroga, anche per la categoria dei braccianti agricoli.
2) a partire dal 2010, le indennità di disoccupazione agricola vengano liquidate entro 60 giorni dalla presentazione e che contestualmente vengano resi disponibili i programma per consentire le liquidazioni degli eventuali ricorsi, come tra l’altro, avviene con le disoccupazioni ordinarie;
3) contrastare il lavoro nero ed ogni forma di sfruttamento in agricoltura ma, soprattutto di stabilire le condizioni per la reale applicazione del contratto di categoria.
4) riconoscimento automatico della “riconferma” delle giornate lavorative dell’anno precedente, se inseriti negli elenchi anagrafici dei comuni colpiti da calamità e delimitati con decreto ministeriale;
5) regolamentazione delle cooperative senza terra per risolvere il problema delle truffe.
6) fare propria la proposta di regolamentazione delle cooperative senza terra elaborata dal Movimento Braccianti, dalla Cgil, Cisl,Cia, Uci, Confcoperative già in possesso della Direzione dell’Inps di Roma e di Sua Eccellenza il Prefetto di Catania.
Copia di questo O.d.g. venga immediatamente inviata al prefetto di Catania, all’ispettorato del lavoro, alla direzione dell’Inps di Roma, al ministro per le attività agricole.
Catania 25 Gennaio 2010
I consiglieri provinciali
Valerio Marletta
Antonio Tomarchio
Odg per la ripubblicizzazione del servizio idrico - Campagna Acqua pubblica
Al presidente del consiglio provinciale di Catania
Al presidente della provincia regionale di Catania
Ordine del giorno sulla ripubblicizzazione del servizio idrico
Oggetto: Approvazione, ai sensi degli art. 32, 33, 41 della L.r. 10.2.2004, n. 1, della proposta di legge di iniziativa dei consigli comunali e popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque. Disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia”.
Premesso che:
L'acqua è fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi e bene comune indisponibile, che appartiene a tutti e tutti hanno il diritto di equamente condividere.
La scarsità della risorsa, accentuata dai cambiamenti climatici e dal processo di desertificazione, l'abbassamento delle falde ed il loro crescente inquinamento, obbligano a mettere in campo politiche di vasto raggio finalizzate ad un uso accorto delle risorse idriche, per salvaguardare, anche per le future generazioni, l’equilibrio naturale e livelli adeguati di approvvigionamento per gli usi potabili, irrigui ed industriali. In tale quadro è anche necessario orientare le comunità verso stili di vita eco-sostenibili, sviluppare tecniche ed azioni per il risparmio ed il riutilizzo, per il riuso delle acque depurate e l’uso di quelle piovane, al fine di destinare i prelievi delle acque potabili di falda prioritariamente agli usi domestici.
Il servizio idrico è un servizio pubblico essenziale ed i Comuni, in quanto responsabili dell’igiene e della salute dei cittadini, non possono sottrarsi o essere privati in modo preordinato del diritto/dovere di determinarne gli assetti organizzativi.
E’ altresì necessaria una rinnovata iniziativa di tutte le pubbliche istituzioni e, innanzitutto, dei Comuni, per far si che l’acqua continui ad essere considerata bene comune pubblico e non merce condizionata dal mercato e dal profitto.
Considerato che:
L’esperienza della privatizzazione del servizio idrico, portata avanti negli ultimi anni in varie parti del mondo e in Italia, sulla base del presupposto che la gestione privata avrebbe portato i capitali necessari per le infrastrutture idriche, efficienza ed economicità di gestione, ha dato ovunque prova contraria di inefficienza gestionale, crollo degli investimenti per le infrastrutture e aumento delle bollette per gli utenti.
Giudizio nettamente negativo deve essere dato anche sul processo di privatizzazione del servizio idrico avviato nella nostra regione, tanto per quanto riguarda il cosiddetto sovrambito che negli ATO provinciali; in questi ultimi la gara per l’affidamento è stata effettuata in cinque province, con un crescendo di contestazioni di molti amministratori locali e dei cittadini.
Per dare dare forza alle azioni degli enti locali finalizzate a restituire l’acqua alla gestione pubblica, è stata costituita l’Associazione nazionale no-profit denominata “Coordinamento nazionale enti locali per l’acqua bene comune e la gestione pubblica del servizio idrico”,.
Le superiori considerazioni nettamente critiche del processo di privatizzazione e la determinazione degli amministratori locali a battersi per tornare alla gestione pubblica non sono inficiate dalla recente conversione in legge dell’ art. 15 del D.L. n. 135/2009, che, oltre ad essere inaccettabile nel merito, appare palesemente in contrasto con la Costituzione, soprattutto per la violazione del principio di autonomia degli enti locali nella determinazione della scelta del sistema di gestione dei servizi pubblici locali.
Dato atto che:
Per restituire l’acqua al servizio pubblico, allo scopo di garantirne fruizione equa ed universale, la sezione siciliana del Coordinamento ha elaborato l’allegata proposta legislativa “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque. Disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia”, con l’intenzione di presentarla all’ARS, ai sensi delle disposizioni contenute nella L.r. 10.2.2004, n. 1, come proposta di legge di iniziativa dei consigli comunali e, con la collaborazione del Forum siciliano dei movimenti per l’acqua, come proposta di legge di iniziativa popolare.
La proposta di legge è stata presentata il 7 luglio 2009 nella sala gialla di Palazzo dei Normanni, alla presenza del Presidente dell’ARS e dei capigruppo parlamentari, che hanno espresso pubblicamente parere favorevole per la sua approvazione; tale parere favorevole è stato confermato da tutti i capigruppo in occasione del sit-in organizzato dal Coordinamento all’ARS il 25 novembre 2009.
Precisato che:
Lo Statuto della Regione Siciliana, all’art. 12 stabilisce che l’iniziativa legislativa spetta, tra gli altri, "(...) ad un numero di consigli dei comuni della Regione non inferiore a quaranta, rappresentativi di almeno il 10 per cento della popolazione siciliana, o ad almeno tre consigli provinciali. (...) Con legge della Regione sono disciplinate le modalità di presentazione dei progetti di legge di iniziativa popolare e dei consigli comunali o provinciali e sono determinati i tempi entro cui l'Assemblea regionale si pronuncia sui progetti stessi."
La L.r. 10.2.2004, n. 1, “Disciplina dell'istituto del referendum nella Regione siciliana e norme sull'iniziativa legislativa popolare e dei consigli comunali o provinciali”, disciplina le modalità di presentazione dei progetti di legge di iniziativa dei consigli comunali, stabilendo che la proposta debba essere presentata, nell’identico testo, “da non meno di quaranta consigli comunali rappresentativi di almeno il dieci per cento della popolazione siciliana” (art. 32, c. 1, lett. c), debba contenere “il testo del progetto di legge redatto in articoli ed essere accompagnata da una relazione che ne illustri le finalità ed il contenuto” (art. 33, c. 1) e debba, altresì, contenere “i nomi, il domicilio e gli eventuali ulteriori recapiti di tre persone alle quali viene attribuita la funzione di rappresentare i sottoscrittori dell'iniziativa legislativa” (art. 35, c. 3).
Visti:
Lo Statuto della Regione siciliana
La L.r. 10.2.2004, n. 1,“Disciplina dell'istituto del referendum nella Regione siciliana e norme sull'iniziativa legislativa popolare e dei consigli comunali o provinciali”
Il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, come recepito nella Regione Siciliana
Acquisiti:
i pareri ai sensi dell'art. 12 della L. r. n. 30/2000
propone al Consiglio Provinciale di Catania
di esprimere condivisione verso le considerazioni riportate in premessa e di aderire all’iniziativa del “Coordinamento nazionale enti locali per l’acqua bene comune e la gestione pubblica del servizio idrico”, per la presentazione della proposta di legge di iniziativa dei consigli comunali per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia;
di approvare, ai sensi dell'art. 12 dello Statuto della Regione Siciliana e della legge regionale 10 febbraio 2004, n. 1, la presente proposta, contenente il progetto di legge di iniziativa dei consigli comunali;
di approvare il progetto di legge “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque. Disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia”, redatto in 17 articoli, e la relazione che ne illustra le finalità e il contenuto, alla presente allegati come parte integrante e sostanziale;
di dare atto che il testo di legge contiene gli elementi necessari per la determinazione del relativo onere finanziario e i mezzi per farvi fronte;
di indicare i nomi ed i recapiti delle seguenti tre persone, autorizzate a rappresentare i sottoscrittori della iniziativa, così come stabilito dall'art. 35, c. 3, della L.r. n. 1/2004:
1 Michele Botta, sindaco di Menfi (AG), domicilio: viale Risorgimento, 104, 92013 Menfi, tel. 328 0082231
2 Domenico Giannopolo, sindaco di Caltavuturo (PA), Comune: via G: Falcone, n. 41, tel. 091 547311; domicilio: via Roma, n. 74, tel. 335 5789470
3 Giuseppe Nicosia, sindaco di Vittoria (RG), Comune: via Bixio, n. 34, tel. 0932 514201; domicilio: via Ancona, n. 13, tel. 335 5789470
di dare mandato al presidente della Provincia di trasmettere la presente deliberazione alla segreteria generale dell' A.R.S.
Catania 2 Febbraio 2010
I consiglieri provinciali
Valerio Marletta – Antonio Tomarchio
mercoledì 13 gennaio 2010
Approvato Ordine del giorno contro la svendita dei beni confiscati alla Mafia
Approvato Ordine del giorno contro la svendita dei beni confiscati alla Mafia
Nella seduta del consiglio provinciale di Catania di martedì 12 Gennaio 2010 è stato approvato all'unanimità un Ordine del giorno contro la svendita dei beni confiscati alla Mafia. Il testo approvato, proposto all'aula dai consiglieri provinciali Valerio Marletta e Antonio Tomarchio, esprime la netta contrarietà all'emendamento approvato nella finanziaria del governo Berlusconi che prevede la vendita dei beni immobili confiscati alla mafia, se non assegnati,a partire dai 90 giorni successivi alla confisca.
Questa misura riconsegnerebbe alla mafia ciò che è stato sottratto grazie alla legge Rognoni-La Torre. E' impensabile che si possa pensare a fare cassa con i beni confiscati alle mafie e che invece dovrebbero essere(legge 109/96) utilizzati per l'uso sociale.
La vendita all'asta di tali immobili comporta il rischio altamente probabile di restituirli alle organizzazioni criminali che sono sicuramente in grado di intervenire attraverso sistemi di intermediazione finanziaria, quali società di comodo o prestanome.
la norma segna un passo indietro nella strategia di lotta ai patrimoni illegali che le Procure utilizzano come strumento indispensabile nella lotta contro la criminalità mafiosa.
L'approvazione dell'ordine del giorno si inserisce in un quadro di interventi di sostegno alla lotta alla Mafia in provincia di Catania, iniziato qualche mese addietro con l'approvazione di un altro Odg che impegnava l'amministrazione provinciale a sostenere le aziende confiscate alla Mafia, prima tra tutte la Riela Group in crisi da diversi mesi.
Ribadiamo che le istituzioni devono costruire politiche concrete di lotta al potere mafioso e non solo ipocriti proclami . Il governo Berlusconi e suoi accoliti in Sicilia da una lato blaterano di lotta alla Mafia e poi concretamento fanno l'ulteriore regalo ai poteri criminali.Il non scioglimento del consiglio comunale di Fondi e del consiglio comunale di Paternò per infiltrazione mafiosa, lo scudo fiscale, la proposta di legge sulle intercettazioni sono solo alcuni degli inquietanti segnali che questo governo ha dato.....la Mafia ringrazia!
Catania 13 Gennaio 2010
Il consigliere provincialie Valerio Marletta
lunedì 11 gennaio 2010
Insostenibile il ritardo nell'avvio dei lavori della Palestra scuola superiore di Palagonia
Comunicato stampa
Stamattina lunedì 11 Gennaio 2009 gli studenti dell'ISIS di Palagonia hanno disertato le lezioni per il mancato avvio dei lavori di pavimentazione della palestra del plesso sito in C. Battisti. Nell'esprimere massimo sostegno istituzionale alle mobilitazioni studentesche preciso quanto segue:
1) La gara di appalto è stata aggiudicata regolarmente in data 16/7/2009 alla ditta Licciardello con sede a Torregrotta(ME) per la cifra di 16.936 euro come si evince da una mia interrogazione consiliare(determina dirigenziale n. 138).
2) L'avvio dei lavori era previsto per i primi giorni di Gennaio 2010 ma alla data odierna non risulta espletata nessuna delle operazioni propedeutiche quali la firma e la consegna dei lavori alla ditta Licciardello.
3) Questa mattina ho nuovamente sollecitato l'assessore e gli uffici per conoscere la data dell'inizio dei lavori ma non mi è stata comunicata nessuna data certa.
4) Considero insostenibili i ritardi per l'inizio dei lavori visto che gli studenti ormai da molti mesi sono impossibilitati a svolgere regolare attività motoria prevista dalla didattica.
Cio premesso e considerato condanno vivamente i ritardi e continuerò a svolgere opera di sollecito per ovviare alla mancanza dell'inizio dei lavori. Inoltre parteciperò alle mobilitazioni che gli studenti Palagonia costruiranno in questi giorni per ottenere la risoluzione dei problemi dell'ISIS di Palagonia.
Palagonia 11 Gennaio 2009.
Il capogruppo Valerio Marletta
lunedì 21 dicembre 2009
Impegnare il 30 % dell'imposta Rca per la mnuteazione delle strade provinciali
Al Signor Presidente
della Provincia Regionale di Catania
on Giuseppe Castiglione
Atto d’indirizzo
Manutenzione strade
Premesso che:
● La manutenzione delle strade rientra tra i principali compiti istituzionali della Provincia
Considerato che
● Le strade provinciali si trovano in pessime condizioni
● L’Ente risente del mancato accreditamento da parte del governo delle somme per la viabilità secondaria
● Tra le entrate dell’Ente l’imposta sull’RCA a carico degli automobilisti ammonta a 27.0000,00 di euro in via presuntiva
Tutto ciò premesso e considerato il consiglio provinciale impegna la giunta
● affinchè il 30% delle entrate derivanti da imposta RCA venga impegnato per la manutenzione delle strade
Catania 19 Dicembre 2009
I consiglieri Valerio Marletta/Antonio Tomarchio
Un libro dei sogni, lo svuotamento e la mortificazione degli spazi della democrazia, un presidente festaiolo e l'approvazione in 3 ore di un bilancio.
L’ approvazione dello strumento finanziario della Provincia regionale di Catania ha già rappresentato lo scorso anno un pretesto per propagandare all’ esterno un presunto successo da parte della giunta Castiglione che ha poi esitato il PEG (strumento che dà effettiva operatività al bilancio stesso) soltanto a metà febbraio.
Anche quest’anno coerentemente con il piano propagandistico posto in essere dalle destre si sono voluti bruciare i tempi e si è giunto ad approvare un atto con i suoi allegati propedeutici (piano delle alienazioni, e piano triennale delle opere pubbliche) che ribadiscono il tentativo di gestire l’esistente senza una programmazione politica adeguata a rendere utile l’ente ripartendo dalle competenze principali che l’ordinamento gli attribuisce.
Il piano delle alienazioni nasconde l’infausta visione di un centro destra che ripropone scenari già visti al Comune di Catania.
Un ceto dirigente che sembrerebbe mancare di originalità ha ben chiaro invece un vero e proprio piano che impoverisce gli enti pubblici e favore di potenziali speculazioni immobiliari e consequenziali a politiche che in passato hanno sovraesposto l’ente nelle spese per l’acquisizione, la ristrutturazione e il mantenimento di edifici che hanno interessato notabili e potenti consulenti.
L’iter di approvazione del piano di alienazioni si è contraddistinto per l’arroganza di una maggioranza che prima non è riuscita a mantenere il numero legale su una votazione richiesta dal consigliere Tomarchio del gruppo comunista inerente il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti e poi ha radunato le truppe dopo la mezzanotte per esitare un atto che è stato formalmente depotenziato, allegando alla deliberazione una cauta e discolpante raccomandazione in merito alle stime economiche eseguite per la valutazione del valore degli immobili.
Si è di fatto dato ragione a chi come noi ha palesato enormi preoccupazioni per una condotta amministrativa che impoverisce la Provincia regionale di Catania.
Sul Piano triennale delle OO.PP. valgono le considerazioni di cui sopra circa l’iter intrapreso. Ricordiamo che già lo scorso anno si è proceduto a tappe forzate riproponendo un mero elenco di opere (un libro dei sogni) figlio della passata amministrazione che sarebbe tornato in aula ad inizio 2009 per essere rivisitato. Mai vi fu bugia più grossa di questa e soltanto a fine dicembre ci si è ritrovati in aula con il “nuovo” PP.TT.OO.PP.
Nuovo per modo di dire visto che anche in questa occasione si sono voluti sottolineare trionfalisticamente successi e novità che non si concretizzeranno.
Anziché puntare in poche e strategiche opere per la provincia e i singoli territori (una fermata di metropolitana di superficie al centro di Acireale, il rilancio dell’ area ex Siace nel giarrese ad esempio) si è continuata una elencazione di opere da cantierare che non saranno iniziate prima del prossimo secolo se si pensa che solo 15 sulle prime 81 individuate lo scorso anno hanno visto iniziare l’iter per la loro realizzazione. Dalla 82sima priorità in poi troviamo quegli interventi futuribili su cui tanti consiglieri faranno tanta propaganda ma pochi saranno i fatti concreti. Si è persino mancato di garbo istituzionale nei confronti dei Comuni che non hanno avuto il tempo di far pervenire il loro parere (stasera il consiglio comunale di Zafferana Etnea è chiamato quindi ad esprimersi su….nulla!!).
Il bilancio infine risente di tutte le scelte di cui sopra che ne indirizzano la spesa per lo più finalizzata a sponsorizzare le tante sagre e fiere sul territorio che non rendono quasi mai la Provincia parte attiva nell’organizzazione ma solo erogatrice di risorse.
42,5 milioni di euro per riprogettare i locali di via Nuova Luce a fronte di 2,5 milioni di euro per le strade provinciali rendono l’idea della sensibilità di chi comanda nei confronti dei bisogni dell’utenza di riferimento. Unica nota positiva è stato il recepimento in aula da parte della giunta di un atto di indirizzo del gruppo comunista avente come oggetto il vincolo di stanziare il 30% delle entrate dell’ Ente provenienti da imposta R.C.A alla manutenzione delle arterie stradali.
La politica inerente gli edifici scolastici ha reso quanto mai difficoltoso l’inizio dell’anno scolastico a migliaia di studenti, studentesse e docenti di tutta la provincia e si registra un aumento esponenziale dei fitti passivi (720.000 euro in più solo per l’istituto d’arte) che come nel caso di Acireale (istituto S.Michele) potevano essere ridotti se qualcuno ci avesse pensato in tempo visto che quell’immobile è stato lasciato dagli studenti del Gulli e Pennisi.
Nessun salto di qualità è stato previsto nell’ambito delle politiche sociali su cui abbiamo chiesto maggiore coraggio e stanziamenti di fatto elusi.
Al danno perpetrato si aggiunge la beffa di cui si è fatto promotore il presidente della commissione bilancio che, in fase preliminare, non ha indirizzato i lavori verso un approfondimento delle esigenze di ciascun ramo dell’amministrazione e che, a posteriori, propone approfondimenti di sorta pressoché inutili.
I consiglieri
Antonio Tomarchio- Valerio Marletta
martedì 1 dicembre 2009
Odg contro la svendita dei beni confiscati alla Mafia
Al presidente della provincia regionale di Catania
Ordine del giorno sui beni confiscati alla Mafia
Premesso che:
la vendita all'asta di tali immobili comporta il rischio altamente probabile di restituirli alle organizzazioni criminali che sono sicuramente in grado di intervenire attraverso sistemi di intermediazione finanziaria, quali società di comodo o prestanome;
la norma in esame , se definitivamente approvata, segnerebbe un passo indietro nella strategia di lotta ai patrimoni illegali che le Procure utilizzano come strumento indispensabile nella lotta contro la criminalità mafiosa;
Cio' premesso e considerato:
Catania 1 Dicembre 2009
Il consigliere Valerio Marletta
martedì 24 novembre 2009
Interrogazione: messa in sicurezza liceo "E.Majorana" Scordia
Al presidente del consiglio provinciale di Catania
Al presidente della provincia regionale di Catania
Interrogazione a risposta scritta su problematiche Liceo “ E.Majorana” di Scordia
Premesso che:
Da mesi la popolazione scolastica del liceo “E Majorana” di Scordia ha manifestato il sempre più crescente disagio causato particolarmente da un muro pericolante la cui sistemazione tarda ad arrivare e che pregiudica anche l’utilizzo della palestra;
lo scorso sabato 21 Novembre 2009 gli studenti del Liceo hanno disertato le aule per protestare contro il mancato avvio dei lavori per la messa in sicurezza di parte dell’edificio che ospita il liceo;
In seguito alle abbondanti piogge di inizio anno, uno dei muri di recinzione e contenimento, posto al di sotto di Via Nenni, ha mostrato gravi segni di cedimento e pur essendo stato costruito in cemento armato, si è spostato minacciosamente di circa mezzo metro.
Considerato che:
il sottoscritto consigliere provinciale aveva già nei mesi scorsi segnalato, tramite interrogazione consiliare e reiterata segnalazione alla commissione consiliare competente(VI comm. Pubblica istruzione), le problematiche inerenti la sicurezza al liceo “E. Majorana”;
con determina dirigenziale N. 140 del 9 settembre 2009 è stata dichiarata in via definitiva, l’impresa MA.G.RA.F SRL con sede in Adrano(Ct) aggiudicataria dell’appalto “Dissesto muro di sostegno sul confine nord dell’area di pertinenza del liceo scientifico E. Majorana di Scordia.
Ciò premesso e considerato, augurandosi che i lavori inizino in tempi celeri per garantire il pieno diritto allo studio, chiede di sapere:
1) I tempi dell’inizio dei lavori per la messa in sicurezza dell’edificio
2) Se i lavori previsti nell’appalto saranno risolutivi per le problematiche esposte in premessa.
Catania 23 Novembre 2009
Il consigliere Valerio Marletta